domenica 19 aprile 2009

Ingredienti dei cosmetici e politiche aziendali

Titolo serioso, episodio "cosmeticamente interessante".
Un paio di giorni fa avevo bisogno di un paio di cose, così ho approfittato del CAD sulla strada di casa. Entro, faccio un giro. Mi balzano agli occhi i boccioni di balsamo della Revlon in offerta. Presenti in 3 versioni: 2 apparentemente uguali con flacone da 400 ml e poi la versione in flacone da 250 ml.
Perchè sottolineo che i flaconi da 400 ml erano "apparentemente uguali"? Perche l'INCI (international nomenclature of cosmetics ingredients) era diverso: una versione presentava uno schiumogeno ( SLS, il più comune: attenzione non è cancerogeno, ma semplicemete sgrassa molto e a me non piace nei prodotti per capelli) e una no. Io mi chiedo: ma perchè un balsamo dovrebbe fare schiuma?! E perchè piazzarlo in posizione principale quando potrebbe essere bilanciato da un altro tensiottivo per renderlo meno aggressivo?
Se le mie valutazioni non sono sbagliate tra le 2 versioni variava anche la percentuale di siliconi...
A me, pasticciare i prodotti, pare un controsenso.

martedì 14 aprile 2009

La frenesia da campioncino

Il campioncino ha un fascino irresistibile, e tutte ne siamo state vittime.
Io, da questo sinuoso e profumato tunnel ne sono uscita, per fortuna.

Ora, se desidero provare qualcosa in particolare lo chiedo cortesemente, evitando di accumulare quantità epiche di anticellulite Collistar.
L'episodio che ha segnato la fine del mio rapporto idilliaco con i campioni gratuiti risale circa ad un anno fa, avevo acquistato diverse cose ma la spesa totale non era enorme (una quarantina di euro). Vado alla cassa, non chiedo nulla...la commessa mi infila nella borsa una dozzina di campioncini dei trattamenti collistar della linea verde (crema pancia e fianchi, anticellulite...): roba che mai in vita mia userò.

Ed è proprio l'inutilità del 90% dei campioni che accumuliamo a lasciarmi perplessa.
Donne, che ve ne fate di creme viso per pelli grasse se avete la pelle secca, di fondotinta di 4 tonalità più scure del vostro incarnato, di bustine scomode della crema mani I Coloniali, di bustine e bustine delle 3 fasi Clinique?

Io, personalmente, nulla.

mercoledì 8 aprile 2009

Non aprite quel mascara!

Sono reduce da un periodo di "grandi" delusioni, quasi cocenti. Non che mi deprima a livello patologico, ma sono assolutamente delusa.

Mi spiego.
Le case cosmetiche propongono prodotti sempre più tecnologici (fibre superelastiche, scovolini hi-tech in non so quali polimeri, scovolini che vibrano...) e sempre meno user-friendly.
(Mi rendo conto che anche i reparti R&D nel settore della bellezza abbiano il diritto di evolversi, ma a mio modesto parere sembra che il punto focale della loro ricerca si stia allontanando dalle esigenze di noi donne.)

Qualche esempio.
Lo scorso inverno Chanel lancia Exceptionnel, il loro nuovo, superbo mascara
(tra l'altro anche questa volta per il lancio regalavano taglie prova - come per l'Inimitable).
L'applicazione è abbastanza macchinosa per ottenere davvero un bell'effetto finale. Purtroppo.
Rimmel ha recentemente lanciato il mascara dalle curve sexy, il Sexy Curves: lo scovolino, di un materiale che sembra plastica morbida, presenta 3 collinette (le curve, appunto), che promettono miracoli... Trovata pubblicitaria geniale, miracoli? Zero!
Ma il peggio deve ancora arrivare.
La Roche Posay ha miseramente cannato con il suo ultimo mascara, il Densifieur.
In breve questo mascara promette lunghezza da capogiro e definizione, grazie a uno scovolino che rientra leggermente al centro per un effetto push-up.
Aperta la confezione, si estrae l'applicatore: si noterà subito che lo scovolino ha raccolto abbastanza prodotto. Iniziata l'applicazione... ORRORE! Grumi, grumi e grumi.

Perchè il mascara ti cambia la vita.

Il mascara non fa miracoli ovviamente, ma tra metterlo e non metterlo c'è una grande differenza.

La mia vita cosmetica ha un pre e post mascara. Per inciso, ho iniziato ad indossarlo tardi, molto tardi: alla veneranda età di 19 anni (praticamente una tardona rispetto ai trend odierni).

Ad ogni modo, il primo mascara che mi ha accompagnata nelle mie avventure cosmetiche è stato il Maybelline Great Lash, quello rosa e verde per intenderci. Ricordo che giravo e rigiravo attorno al cubo dei cosmetici da mass-market di Laguna (oggi Sephora), guardando scovolini, leggendo scritte incomprensibili come "4 volte il volume delle tue ciglia naturali". Allora non ne capivo nulla.

La prima volta è stato "odio a prima vista": mi sono sporcata ovunque, non capivo come metterlo... Un disastro insomma.

Col senno di poi capisco perché: è un mascara buonino, ma non eccezionale (tanto l'archetipo del mascara eccezionale non esiste, ma io sono testarda e continuo a cercarlo), e sulle mie ciglia non funziona granché perché non "dona volume" (MA nessun mascara dona veramente volume, esiste qualche buon mascara che riesce nell'effetto ottico).
Si potrebbe definire come un mascara"naturale".

La prima volta che mi sono vista le ciglia accuratamente inguainate da quella cremina nera ho pensato "wow!". Da quel momento il mascara non l'ho mollato più.